SIMONE
CAVALLARO - Marchese di Geraci
Guglielmo II Ventimiglia
(+ 1250), Conte di Ventimiglia, Lozana e delle Alpi Marittime; più volte
Genova nel corso del secolo precedente aveva ridimensionato le ambizioni
dei Conti di Ventimiglia, ottenendone la sottomissione. Nel 1237 dopo la
vittoria imperiale di Cortenuova, Federico II pretendeva l’omaggio di
Genova, ma non l’ottenne. Egli aveva già cancellato ogni privilegio dei
Genovesi in Sicilia, ma l’ostilità da quel momento divenne aperta; nel
1238 Genova assedia dal mare la rocca di Ventimiglia; nel 1242 Guglielmo
II, con il figlio Enrico trasferisce la sua piccola corte in Sicilia
presso l’Imperatore Federico II. Sposa Emma (o Stemma), che le antiche
fonti indicavano come presunta figlia dell’Imperatore Federico II
Giovanni I Ventimiglia (* 1382 + Castelbuono 1473), 8° Conte di Geraci
(investito nel 1408), investito con mero e misto impero nel 1430, fu 1°
Marchese di Geraci nel 1448 con l’appellativo di “Primo Marchese del
Regno”, Signore di Castelbuono, Tusa, Gangi, San Mauro, Pollina, Caronia
nel 1412, Pretore di Palermo nel 1416 e 1417, Grande Ammiraglio del Regno,
Viceré di Sicilia 1430/1432 e Viceré di Napoli; combatté al fianco del Re
Alfonso in Spagna, in Francia, in Tunisia e per mare contro i Turchi,
armando 40 galere a sue spese; Papa Pio II lo convocò a Mantova nel 1459
per discutere la pace con gli infedeli; fu Ambasciatore Regio presso i
Pontefici Martino V e Callisto III che lo nominò Generale di Santa Romana
Chiesa. Sposò in prime nozze Agata d’Aragona, figlia di Giacomo Barone di
Caccamo, Calatafimi, Scalfani e Sortino e di Giovanna di Montcada dei
Conti di Adernò; in seconde nozze Isabella Ventimiglia Signora di Ciminna,
figlia ed erede di Guglielmo Signore di Ciminna e di Giovanna Moncada dei
Conti di Augusta (v.)
C4. [ex 2°] Simone I (*
1485 + di febbre, Aiello 1544, sepolto ivi in San Francesco; testamento:
13-8-1544), 5° Marchese di Geraci (investito il 23-10-1500), Barone di
Pettineo (per eredità materna col feudo di Cipolla), Signore di
Castelbuono, Tusa, Gangi, S. Mauro e Pollina (quest’ultimo feudo fu
riscattato nel 1525 per la somma di 18.000 fiorini e donato al figlio
maggiore nel 1527), acquistò il mero e misto impero dalla Regia Camera
(con patto di ricompra) sul marchesato di Geraci nel 1522 per la somma di
200 onze, acquisì i feudi di Tiri e Veschera nel 1534 con patto di
ricompera da Guglielmo Ventimiglia per la somma di 2250 onze, acquisì i
diritti di estrazione su tutte le esportazioni di grano, orzo, legumi,
vettovaglie e formaggio del caricatore di Tusa per la somma di 866.20 onze
nel 1535, di Recattivo nel 1537, di Ciura nel 1540, i mercati di
Carcinella, Sciara, Pinola nel 1543, Presidente del Regno nel 1516, 1535 e
1541. Signore illuminato e benvoluto di Castelbuono, abbellì la città con
molti monumenti ed opere d’arte, la elevò ad Università e vi insediò la
Corte di Giustizia. In tarda età si fece sacerdote e rinunciò alle
prerogative in favore del figlio.
= (capitoli matrimoniali per notaio Simone
Cavallaro, 20-7-1502, dote di 20.000 fiorini) Elisabetta/ Isabella
Moncada e Moncada, figlia di Guglielmo Conti di Adernò e Sclafani e di
Contessa Moncada dei Conti di Caltanissetta (* 1481 + Pollina 1553;
testamento per notaio Matteo de Castro 11-9-1549, sepolta nella Chiesa di
San Francesco ad Aiello) (v.)
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